19 febbraio 2009

Un po' di De André

Il testamento di Tito



Non avrai altro Dio, all'infuori di me,

spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te,
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.

Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.

Onora il padre. Onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.

Il quinto dice "non devi rubare"
e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.

Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,
ma non ho creato dolore.

Il settimo dice "non ammazzare"
se del cielo vuoi essere degno.
guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.

Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino
e scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.

Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri, già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.

Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.

Un blasfemo (Dietro ogni blasfemo c'è un giardino incantato)



Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore,
più non arrossii nel rubare l'amore
dal momento che Inverno mi convinse che Dio
non sarebbe arrossito rubandomi il mio

Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino,
non avevano leggi per punire un blasfemo,
non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte,
mi cercarono l'anima a forza di botte

Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo,
lo costrinse a viaggiare una vita da scemo,
nel giardino incantato lo costrinse a sognare,
a ignorare che al mondo c'e' il bene e c'è il male

Quando vide che l'uomo allungava le dita
a rubargli il mistero di una mela proibita
per paura che ormai non avesse padroni
lo fermò con la morte, inventò le stagioni

... mi cercarono l'anima a forza di botte

E se furon due guardie a fermarmi la vita,
è proprio qui sulla terra la mela proibita,
e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato
ci costringe a sognare in un giardino incantato

18 febbraio 2009

Internet in Italia: come Cina e Birmania


Dal blog di Antonio Di Pietro:

"Il Senato, con voto contrario dell’Italia dei Valori, ha approvato l'articolo 50-bis del Ddl n° 773, un emendamento del senatore Udc Gianpiero D’Alia al pacchetto sicurezza varato dal governo.

L’emendamento avvia “la repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Nei fatti, se approvato, permetterà di reprimere la libertà di espressione e di opinione in Rete (approfondimento nell’articolo di Punto Informatico ).
Il reato di apologia e istigazione a delinquere è già previsto e punito dalla legge, chiunque ne venga accusato oggi viene processato e, se colpevole, condannato. D’Alia e i suoi mandanti non vogliono attendere il processo, né la sentenza, vogliono emettere subito il verdetto di colpevolezza obbligando i provider ad oscurare da subito il sito. Poi, chi se ne frega del processo.

Un emendamento antidemocratico e incostituzionale che cancellerà l’informazione in internet in un soffio equiparando l’Italia alle uniche due nazioni al mondo che hanno queste restrizioni: Cina e Birmania.
L’emendamento sotto il pretesto di chiudere le porte a siti come You Tube e Facebook in cui sparuti gruppi di fanatici “inneggiano” a Raffaele Cutolo e Salvatore Riina, nasconde ben altri obiettivi. Quello di oscurare l’ultimo tassello dell’informazione, internet, che sfugge al controllo diSilvio Berlusconi monopolista dell'informazione privata e di Stato.
Mi domando perché non oscurare le reti Mediaset visto che inneggiano ad un assassino come Vittorio Mangano. Oppure perché non sciogliere la Lega di Umberto Bossi che istiga i padani ad armarsi di fucili contro “Roma ladrona” da cui i suoi dirigenti prendono un lauto stipendio.

Se questo golpe non si arresterà alla Camera scenderemo in tutte le piazze d’Italia. E ci rimarremo.

Se l’emendamento D’Alia divenisse legge il mio blog, quello di Marco Travaglio, di Beppe Grillo, di Byoblu, di Daniele Martinelli, di Piero Ricca e di migliaia di altre voci libere della Rete, sarebbero oscurati. Questo è l’effetto, ed il vero obiettivo, di quell’emendamento carogna, ed il senatore D’Alia non lo nasconde (come potete capire dal video di un internauta che riporto).

Dite la vostra al senatore Gianpiero D’Alia (email)."

Questa l'intervista al senatore D'Alia, che dimostra di non avere la più pallida idea di come funziona la Rete.


Sperando che nel frattempo D'Alia non mi censuri il blog, quasi quasi comincio a fare le valigie.

12 febbraio 2009

Tanti auguri Charles


Esattamente 200 anni fa nasceva a Shrewsbury, vicino a Birmingham, Charles Darwin.

Fin da giovane si interessò di zoologia e botanica, e in seguito intraprese anche degli studi di geologia.
Nel 1831 si imbarcò su un brigantino, il Beagle, che lo portò intorno al mondo in un viaggio che durò 5 anni, durante i quali studiò e catalogò ogni forma di vita animale e vegetale che incontrava. Nel 1839 pubblicò, con il titolo "Viaggio di un naturalista intorno al mondo", il diario di queste esplorazioni.
In seguito cercò per 20 anni di riordinare le idee. La sua educazione gli aveva insegnato che tutte le specie erano sempre state così, create da un Creatore divino; eppure, così come Galileo, mentre veniva imprigionato, sapeva in cuor suo che le sue tesi erano giuste, Darwin era sicuro che l'evoluzione era avvenuta. La conferma delle proprie idee gli venne leggendo il "Saggio sul principio di popolazione" di Thomas Maltus: l'evoluzione era dovuta al meccanismo di selezione che avviene in natura, il quale premia le specie migliori nella lotta alla sopravvivenza.
Fu così che, nel 1859, all'età di 50 anni, Darwin pubblicò "L'origine delle specie".

150 anni sono passati da allora. Nel frattempo la scienza ha fatto passi da gigante, ma la teoria dell'evoluzione ancora non è stata smontata. Anzi, è stata raffozata sempre più da scoperte scientifiche che non esistevano ancora ai tempi di Darwin: dalla deriva dei continenti, allo studio di milioni di fossili; dalla datazione al Carbonio 14, all'osservazione di fenomeni di microevoluzione (vedi moscerini della frutta); fino alla mappatura completa del genoma umano: la specie umana è frutto dell'evoluzione e meno del 2% del suo DNA differisce da quello dei primati.
Nonostante questo l'evoluzionismo è oggi attaccato da un estremismo religioso chiamato creazionismo, basato esclusivamente sulla Bibbia e su zero prove scientifiche. Certo, a giudicare dalle idee primitive di certi individui, viene da chiedersi se l'evoluzione sia davvero avvenuta per tutti.

09 febbraio 2009

Ciao Eluana

E adesso silenzio.