26 settembre 2007

"The Root of All Evil?"


Richard Dawkins (Nairobi 1941), biologo evolutivo, membro della Royal Society, insegna Comunicazione della scienza all'Università di Oxford.

Nel gennaio del 2006 ha presentato sulla rete brittanica Channel Four un documentario televisivo in due parti intitolato "The Root of All Evil?" ("La radice di tutti i mali?") che parla della religione.
Dawkins stesso, parlando della scelta del titolo, ha detto:
"Il titolo non mi piaceva, perchè la religione non è la causa di tutti i mali - nulla è mai la causa di tutto -, ma mi è piaciuta molto la pubblicità che Channel Four ha fatto alla trasmissione sui quotidiani nazionali: una foto della skyline di Manhattan con la didascalia «Immaginate un mondo senza religione». In che senso la foto era connessa con il programma? Ebbene le torri gemelle del World Trade Center erano vistosamente presenti...
Immaginiamo, con John Lennon, un mondo senza religione. Immaginiamo un mondo senza attentatori suicidi, senza 11 settembre, senza 11 marzo, senza 7 luglio. Immaginiamo un mondo senza crociate, cacce alle streghe, congiure delle Polveri, spartizioni dell'India, guerre israelo-palestinesi, massacri serbo-croati-musulmani, persecuzioni di ebrei «deicidi», «disordini» nell'Irlanda del Nord, «delitti d'onore», telepredicatori con capelli cotonati e abiti sgargianti cha spillano quattrini agli allocchi («Dio vuole che diate fino a farvi male»). Immaginiamo un mondo senza talebani che distruggono statue millenarie, senza decapitazioni pubbliche di bestemmiatori, senza fustigazioni di donne ree di aver mostrato un centimetro di pelle. A proposito, il mio collega Desmond Morris mi informa che a volte, in America, la splendida "Imagine" di John Lennon viene espurgata della frase «and no religion too». In alcuni casi hanno addirittura la sfrontatezza di correggere il testo con «and one religion too»"
.

Dopo questa doverosa introduzione vi lascio alle due parti del documentario, sottotitolato in italiano. Buona visione.




24 settembre 2007

Demente Mastella


L' "Onorevole" Mastella ha proposto in Senato un disegno di legge che prevede una multa che va da 10.000 a 100.000 euro (prima era tra i 51 e i 258 euro) e una detenzione fino a 30 giorni per un giornalista che pubblica fatti o intercettazioni riguardanti un processo ancora in atto. QUI potete firmare la petizione online per fermare questa proposta di legge (già definita Legge Bavaglio).

Negli ultimi giorni Mastella intende inoltre traferire il PM di Catanzaro Luigi De Magistris perchè quest'ultimo intende iscrivere nel registro degli indagati il Ministro, dopo che quest'estate era stato iscritto anche Prodi.

Sempre il Mastellone nazionale ha aperto un blog (http://clementemastella.blogspot.com/, pure lui su blogspot: che marcione) dove scrive post in risposta a Grillo e fa la vittima. Come potrete notare i commenti sono pochissimi e più che altro positvi: non per niente devono prima essere approvati, altrimenti non vengono pubblicati.
Dato che la Rete non perdona, però, sono stati aperti 3 altri blog (http://dementemastella.blogspot.com/, http://clementepastella.blogspot.com/ e http://ceppalonisburning.blogspot.com/) dove vengono copiati i suoi post e i commenti non vengono censurati: casualmente ci sono centinaia di commenti negativi. Ma chi l'avrebbe mai detto?

Aggiornamento: oggi ha dichiarato di voler proporre Benigni come sentore a vita. Ma dico io, con tutti i problemi che ha l'Italia...

23 settembre 2007

Pubblicità irritanti (3)


Forse ultimamente vi sarà capitato di vedere in tv la pubblicità progresso sul volontariato. Perchè la trovo irritante? Perchè la giovane volontaria va in Africa ad aiutare i bambini poveri e si sente tanto importante, peccato che poteva tranquillamente restare in Italia ad aiutare il nonno, del quale si devono occupare altri volontari: non c'è che dire, bella ipocrisia.

20 settembre 2007

Pedofilia e Chiesa (2?)


Vittorio Messori (vedi foto), giornalista e fervente cattolico, ha scritto diversi libri di stampo religioso di cui molti a quattro mani sia con Papa Giovanni Paolo II, sia con Papa Benedetto XVI.

In un'intervista fattagli da "La Stampa" ormai più di un mese fa, quando gli è stato chiesto cosa ne pensava degli ultimi scandali riguardanti la Chiesa ha così risposto:

«Un uomo di Chiesa fa del bene e talvolta cade in tentazione? E allora? Se fosse così per don Pierino Gelmini, se ogni tanto avesse toccato qualche ragazzo ma di questi ragazzi ne avesse salvati migliaia, e allora? La Chiesa ha beatificato un prete denunciato a ripetizione perché ai giardini pubblici si mostrava nudo alle mamme. Queste storie sono il riconoscimento della debolezza umana che fa parte della grandezza del Vangelo. Gesù dice di non essere venuto per i sani, ma per i peccatori. E’ il realismo della Chiesa: c’è chi non si sa fermare davanti agli spaghetti all’amatriciana, chi non sa esimersi dal fare il puttaniere e chi, senza averlo cercato, ha pulsioni omosessuali. E poi su quali basi la giustizia umana santifica l’omosessualità e demonizza la pedofilia? Chi stabilisce la norma e la soglia d’età?»

Qui l'intervista completa: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache...
Qui l'opinione di un altro giornalista della Stampa, alcuni giorni dopo: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali...

Per il resto: no comment.

19 settembre 2007

Odio (9)

Il manicheismo e chi lo pratica.

Il nome della rosa


Edito per la prima volta nel 1980 e vincitore del Premio Strega nell'anno seguente, "Il nome della rosa" è sicuramente il miglior romanzo di Umberto Eco.

Il
film che ne è stato tratto (di Jean-Jacques Annaud con Sean Connery) è ben realizzato, ma taglia/riassume troppe cose: se si volesse farne un film totalmente fedele verrebbe fuori una cosa lunga almeno 10 ore. Anche così comunque non renderebbe giustizia al libro: "Il nome della rosa" è fatto per essere letto. Punto.
Capolavoro di narrativa e di semiotica (della quale, tanto per la cronaca, ho finalmente passato l'esame giusto ieri con 27), il libro ha diversi piani di lettura incassati uno nell'altro, come "I Promessi Sposi" di Manzoni. Si apre infatti con Eco che ci racconta di aver trovato un antico manoscritto, tradotto e ritradotto più volte, scritto in origine dal novizio benedettino Adso da Melk, il quale alla fine della sua vita decide di registrare le sue memorie, raccontando di ciò che accadde in quei 7 giorni in cui lui e l'allora suo maestro Guglielmo da Baskerville soggiornarono in una misteriosa abbazia del Nord Italia.
Nello stile narrativo e nella caratterizzazione dei personaggi Eco rende omaggio ai personaggi più famosi di Sir Arthur Conan Doyle: Sherlock Holmes e il suo aiutante Watson. D'altronde, come dice Eco stesso (che mica per niente è ordinario di semiotica all'Università di Bologna) "i libri si parlano tra di loro".

Come racconta Teresa De Lauretis nella prefazione che precede il romanzo vero e proprio (almeno nella versione che ho io, ovvero quella della collana Bompiani dedicata ai premi strega), giorno dopo giorno i due protagonisti crederanno di aver trovato il disegno che lega i misteri dell'abbazia, salvo poi doversi ricredere proprio all'ultimo, con Guglielmo che annuncia "Non v'era una trama, e io l'ho scoperta per sbaglio". Proprio come il lector in fabula della semiotica di Eco (e più in generale l'essere umano), il personaggio vede dunque visto un ordine dove in realtà non c'era, ponendo relazioni tra segni e cose che portano però a un fine storico e umano, non divino.

Un libro consigliatissimo a tutti quindi e, almeno secondo me, uno dei migliori romanzi mai scritti.