29 marzo 2009
18 febbraio 2009
Internet in Italia: come Cina e Birmania

Dal blog di Antonio Di Pietro:
"Il Senato, con voto contrario dell’Italia dei Valori, ha approvato l'articolo 50-bis del Ddl n° 773, un emendamento del senatore Udc Gianpiero D’Alia al pacchetto sicurezza varato dal governo.
L’emendamento avvia “la repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Nei fatti, se approvato, permetterà di reprimere la libertà di espressione e di opinione in Rete (approfondimento nell’articolo di Punto Informatico ).
Il reato di apologia e istigazione a delinquere è già previsto e punito dalla legge, chiunque ne venga accusato oggi viene processato e, se colpevole, condannato. D’Alia e i suoi mandanti non vogliono attendere il processo, né la sentenza, vogliono emettere subito il verdetto di colpevolezza obbligando i provider ad oscurare da subito il sito. Poi, chi se ne frega del processo.
Un emendamento antidemocratico e incostituzionale che cancellerà l’informazione in internet in un soffio equiparando l’Italia alle uniche due nazioni al mondo che hanno queste restrizioni: Cina e Birmania.
L’emendamento sotto il pretesto di chiudere le porte a siti come You Tube e Facebook in cui sparuti gruppi di fanatici “inneggiano” a Raffaele Cutolo e Salvatore Riina, nasconde ben altri obiettivi. Quello di oscurare l’ultimo tassello dell’informazione, internet, che sfugge al controllo diSilvio Berlusconi monopolista dell'informazione privata e di Stato.
Mi domando perché non oscurare le reti Mediaset visto che inneggiano ad un assassino come Vittorio Mangano. Oppure perché non sciogliere la Lega di Umberto Bossi che istiga i padani ad armarsi di fucili contro “Roma ladrona” da cui i suoi dirigenti prendono un lauto stipendio.
Se questo golpe non si arresterà alla Camera scenderemo in tutte le piazze d’Italia. E ci rimarremo.
Se l’emendamento D’Alia divenisse legge il mio blog, quello di Marco Travaglio, di Beppe Grillo, di Byoblu, di Daniele Martinelli, di Piero Ricca e di migliaia di altre voci libere della Rete, sarebbero oscurati. Questo è l’effetto, ed il vero obiettivo, di quell’emendamento carogna, ed il senatore D’Alia non lo nasconde (come potete capire dal video di un internauta che riporto).
Dite la vostra al senatore Gianpiero D’Alia (email)."Questa l'intervista al senatore D'Alia, che dimostra di non avere la più pallida idea di come funziona la Rete.
Sperando che nel frattempo D'Alia non mi censuri il blog, quasi quasi comincio a fare le valigie.
12 dicembre 2008
30 ottobre 2008
Come volevasi dimostrare

Riporto l'articolo comparso oggi su Repubblica, scritto da Curzio Maltese.
Quel camion pieno di spranghe
Aveva l´aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo de´ Fiori colmo di gente. Certo, c´era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico.
«Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane» sospira un vigile. Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un´onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo de´ Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi. Davanti al Senato è partita la prima carica degli studenti di destra. Sono arrivati con un camion carico di spranghe e bastoni, misteriosamente ignorato dai cordoni di polizia. Si sono messi alla testa del corteo, menando cinghiate e bastonate intorno. Circondano un ragazzino di tredici o quattordici anni e lo riempiono di mazzate. La polizia, a due passi, non si muove.
Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano «Duce, duce». «La scuola è bonificata». Dicono di essere studenti del Blocco Studentesco, un piccolo movimento di destra. Hanno fra i venti e i trent´anni, ma quello che ha l´aria di essere il capo è uno sulla quarantina, con un berretto da baseball. Sono ben organizzati, da gruppo paramilitare, attaccano a ondate. Un´altra carica colpisce un gruppo di liceali del Virgilio, del liceo artistico De Chirico e dell´università di Roma Tre. Un ragazzino di un istituto tecnico, Alessandro, viene colpito alla testa, cade e gli tirano calci. «Basta, basta, andiamo dalla polizia!» dicono le professoresse.
Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. «Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!» protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: «E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!». Il funzionario urla: «Impara l´educazione, bambina!». La professoressa incalza: «Fate il vostro mestiere, fermate i violenti». Risposta del funzionario: «Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra». C´è un´insurrezione del drappello: «Di sinistra? Con le svastiche?». La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: «Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un´azione di violenza da parte dei miei studenti. C´è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c´entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire».
Il funzionario nel frattempo ha adocchiato una telecamera e il taccuino: «Io non ho mai detto: quelli sono di sinistra». Monica, studentessa di Roma Tre: «Ma l´hanno appena sentito tutti! Chi crede d´essere, Berlusconi?». «Lo vede come rispondono?» mi dice Laura, di Economia. «Vogliono fare passare l´equazione studenti uguali facinorosi di sinistra». La professoressa si chiama Rosa Raciti, insegna al liceo artistico De Chirico, è angosciata: «Mi sento responsabile. Non volevo venire, poi gli studenti mi hanno chiesto di accompagnarli. Massì, ho detto scherzando, che voi non sapete nemmeno dov´è il Senato. Mi sembravano una buona cosa, finalmente parlano di problemi seri. Molti non erano mai stati in una manifestazione, mi sembrava un battesimo civile. Altro che civile! Era stato un corteo allegro, pacifico, finché non sono arrivati quelli con i caschi e i bastoni. Sotto gli occhi della polizia. Una cosa da far vomitare. Dovete scriverlo. Anche se, dico la verità, se non l´avessi visto, ma soltanto letto sul giornale, non ci avrei mai creduto».
Alle undici e tre quarti partono altre urla davanti al Senato. Sta uscendo Francesco Cossiga. «È contento, eh?» gli urla in faccia un anziano professore. Lunedì scorso, il presidente emerito aveva dato la linea, in un intervista al Quotidiano Nazionale: «Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand´ero ministro dell´Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell´ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all´ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì».
È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un´azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. «Lei dove va?». Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto è memorabile: «Non li abbiamo notati».
Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: «Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!». L´altro risponde: «Allora si va in piazza a proteggere i nostri?». «Sì, ma non subito». Passa il vice questore: «Poche chiacchiere, giù le visiere!». Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra.
Soltanto a questo punto, dopo cinque minuti di botte, e cinque minuti di scontri non sono pochi, s´affaccia la polizia. Fa cordone intorno ai sessanta di Blocco Studentesco, respinge l´assalto degli studenti di sinistra. Alla fine ferma una quindicina di neofascisti, che stavano riprendendo a sprangare i ragazzi a tiro. Un gruppo di studenti s´avvicina ai poliziotti per chiedere ragione dello strano comportamento. Hanno le braccia alzate, non hanno né caschi né bottiglie. Il primo studente, Stefano, uno dell´Onda di scienze politiche, viene colpito con una manganellata alla nuca (finirà in ospedale) e la pacifica protesta si ritrae.
A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all´occupazione, s´aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo. «Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l´idea che comunque gli studenti vogliono il casino. È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo».
Nel frattempo, dato che come al solito abbiamo fatto una splendida figura a livello internazionale, la Commissione Europea chiede spiegazioni al governo.
Aggiornamento
Qui il video di Maltese che parla in diretta
Un altro video di testimonianze
Altri spezzoni tratti da Anno Zero, Blob e Matrix.
02 giugno 2008
L'obsolescenza pianificata - discariche e inceneritori
27 maggio 2008
Italia, Stato di Polizia
Dal blog di Beppe Grillo.
Una lettera da Chiaiano.
"Datemi voce e spazio perché sui giornali di domani non si leggerà quello che è accaduto. Si leggerà che i manifestanti di Chiaiano sono entrati in contatto con la polizia. Ma io ero lì. E la storia è un'altra. Alle 20 e 20 almeno 100 uomini, tra poliziotti, carabinieri e guardie di finanza hanno caricato la gente inerme. In prima fila non solo uomini, ma donne di ogni età e persone anziane. Cittadini tenaci ma civili - davanti agli occhi vedo ancora le loro mani alzate - che, nel tratto estremo di via Santa Maria a Cubito, presidiavano un incrocio.
Tra le 19,05 e le 20,20 i due schieramenti si sono solo fronteggiati. Poi la polizia, in tenuta antisommossa, ha iniziato a caricare. La scena sembrava surreale: a guardarli dall'alto, i poliziotti sembravano solo procedere in avanti. Ma chi era per strada ne ha apprezzato la tecnica. Calci negli stinchi, colpi alle ginocchia con la parte estrema e bassa del manganello. I migliori strappavano orologi o braccialetti. Così, nel vano tentativo di recuperali, c'era chi abbassava le mani e veniva trascinato a terra per i polsi.
La loro avanzata non ha risparmiato nessuno. Mi ha colpito soprattutto la violenza contro le donne: tantissime sono state spinte a terra, graffiate, strattonate. Dietro la plastica dei caschi, mi restano nella memoria gli occhi indifferenti, senza battiti di ciglia dei poliziotti. Quando sono scappata, più per la sorpresa che per la paura, trascinavano via due giovani uomini mentre tante donne erano sull'asfalto, livide di paura e rannicchiate. La gente urlava ma non rispondeva alla violenza, inveiva - invece - contro i giornalisti, al sicuro sul balcone di una pizzeria, impegnati nel fotografare.
Chiusa ogni via di accesso, alle 21, le camionette erano già almeno venti. Ma la gente di Chiaiano non se ne era andata. Alle 21.30, oltre 1000 persone erano ancora in strada. La storia è questa. Datemi voce e spazio. Perché si sappia quello che è accaduto. Lo stato di polizia e l'atmosfera violenta di questa sera somigliano troppo a quelli dei regimi totalitaristi. Proprio quelli di cui racconto, con orrore, ai miei studenti durante le lezioni di storia".
Elisa Di Guida, docente di Storia e Filosofia - Napoli
11 maggio 2008
I politici devono essere ricattabili
Aggiornamento
Come volevasi dimostrare: tutti gli esponenti della Casta, fatta eccezione per il solito Di Pietro, hanno espresso la loro solidarietà nei confronti del Presidente del Senato Renato Schifani (colluso con la mafia), mentre quello zerbino di Fabio Fazio ha chiesto scusa ai telespettatori per ciò che ha detto Travaglio, or ora querelato per diffamazione. Ci sarà un nuovo editto bulgaro? Non lo so, ma forse nemmeno servirà, perché questo è ciò che ci aspetta nei prossimi 5 anni di dittatura dolce: attacchi alla persona, invece che agli argomenti (dato che ne hanno a loro volta per ribattere). Giù sparate sulla mancanza di contradditorio...ma che contradditorio ci deve essere se un giornalista fa la cronaca dei fatti? Allora ogni volta che si riporta la notizia di una rapina, dovremmo andare a sentire la versione del rapinatore?
Qui il filmato completo.
04 maggio 2008
Canzoni in testa
22 aprile 2008
Santanchè by Paola Cortellesi
Questa è l'intervista doppia Prestigiacomo-Santanchè, sempre da Parla con Me.
21 aprile 2008
20 aprile 2008
18 aprile 2008
16 aprile 2008
11 aprile 2008
Di Pietro, Berlusconi e i media italiani

Nelle scorse settimane Di Pietro è stato continuamente attaccato da Berlusconi e compagni, ai quali fa orrore. Fa talmente orrore che contro di lui si è scatenata una vera e propria campagna diffamatoria, da parte dei giornali e delle televisioni in mano a Berlusconi (e non solo, dato che dal servilissimo Vespa ha dichiarato che Di Pietro si è comprato la laurea).
Fa orrore perché vuole che sia applicata la sentenza del 31 gennaio 2008 della Corte Europea di Giustizia, che dichiara illegittime le leggi italiane sulle radio televisioni, consentendo a Rete4 di trasmettere abusivamente sulle frequenze analogiche che spettano (dal '97) ad Europa7.
Emma Bonino ha dichiarato che la sentenza non ha carattere di urgenza; si è però dimenticata di dire che, se entro la fine del 2008 Rete4 non va sul satellite, l'Italia - ovvero i cittadini - dovrà pagare una multa, reatroattiva dal luglio 2006, di circa 300-400mila Euro al giorno (per un totale compreso tra 328,5 e 438 milioni di Euro): altro che TV senza canone.
Nel frattempo Dell'Utri, l'amichetto di Berlusconi, vuole riabilitare Vittorio Mangano: "E' un eroe!" esclama parlando dello stalliere di Arcore, un mafioso condannato per l'omicidio di 2 persone; non contento, dichiara anche: "I libri di storia, ancora oggi condizionati dalla retorica della Resistenza, saranno revisionati, se dovessimo vincere le elezioni. Questo è un tema del quale ci occuperemo con particolare attenzione".
Di Pietro non fa orrore, ma fa comunque paura anche alla sinistra. Dal PD alla Sinistra Arcobaleno, nessuno pensa che sia una buona idea affidargli il Ministero della Giustizia: non si sa mai che volesse mandare a casa i parlamentari condannati, o che lasciasse lavorare i magistrati quando c'è qualche politico indagato.
L'Italia dei Valori ha inserito nelle proprie liste solo persone con la fedina penale pulita. E' l'unico partito a non avere neanche un condannato tra le proprie file (vedi immagine a inizio post, tratta da Repubblica di oggi).
Se la coalizione PD-IDV vincerà le elezioni, sarò sollevato, ma non festeggerò. Festeggerò solamente quando vedrò Di Pietro come Ministro della Giustizia.
04 aprile 2008
8x1000
Quanti di questi soldi finiscono in opere di bene? Al massimo il 20%; il resto viene usato per gli stipendi dei sacerdoti, per nuovi edifici di culto, per beni culturali ecclesiastici ecc. (vedi Wikipedia).
Il 35% dei cittandini italiani, compilando la dichiarazione dei redditi, sceglie di dare l'8x1000 alla Chiesa Cattolica. A quest'ultima, però, invece del 35% dei fondi, di fatto arriva l'87%; la ripartizione delle scelte inespresse, infatti, viene fatta sulla base di chi esprime una scelta sulla dichiarazione dei redditi: ovviamente la maggior parte dei contribuenti sceglie la Chiesa Cattolica, che si becca quasi tutti i fondi.
Questo breve video spiega bene la situazione.
P.S.
Scegliete di dare l'8x1000 alla Chiesa Valdese: il 100% della cifra finirà in opere di bene (vedi Wikipedia).
02 aprile 2008
Free Tibet (2)

Cliccando sull'immagine qua sotto (la metterò anche tra i link del blog) potete inserire la vostra e-mail e mandare al segretario dell'ONU il messaggio "Free Tibet. Stop to the China Olympic Games".

Questo è invece un servizio delle Iene, con un intervista ad un monaco tibetano tenuto 33 anni nelle carceri cinesi.
29 marzo 2008
27 marzo 2008
19 marzo 2008
11 marzo 2008
Citizen Berlusconi
Se poi siete curiosi di scoprire l'etimologia di "berlusco", date un'occhiata qua; come dicevano i latini: "Omen nomen" (di nome e di fatto).