18 febbraio 2009

Internet in Italia: come Cina e Birmania


Dal blog di Antonio Di Pietro:

"Il Senato, con voto contrario dell’Italia dei Valori, ha approvato l'articolo 50-bis del Ddl n° 773, un emendamento del senatore Udc Gianpiero D’Alia al pacchetto sicurezza varato dal governo.

L’emendamento avvia “la repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Nei fatti, se approvato, permetterà di reprimere la libertà di espressione e di opinione in Rete (approfondimento nell’articolo di Punto Informatico ).
Il reato di apologia e istigazione a delinquere è già previsto e punito dalla legge, chiunque ne venga accusato oggi viene processato e, se colpevole, condannato. D’Alia e i suoi mandanti non vogliono attendere il processo, né la sentenza, vogliono emettere subito il verdetto di colpevolezza obbligando i provider ad oscurare da subito il sito. Poi, chi se ne frega del processo.

Un emendamento antidemocratico e incostituzionale che cancellerà l’informazione in internet in un soffio equiparando l’Italia alle uniche due nazioni al mondo che hanno queste restrizioni: Cina e Birmania.
L’emendamento sotto il pretesto di chiudere le porte a siti come You Tube e Facebook in cui sparuti gruppi di fanatici “inneggiano” a Raffaele Cutolo e Salvatore Riina, nasconde ben altri obiettivi. Quello di oscurare l’ultimo tassello dell’informazione, internet, che sfugge al controllo diSilvio Berlusconi monopolista dell'informazione privata e di Stato.
Mi domando perché non oscurare le reti Mediaset visto che inneggiano ad un assassino come Vittorio Mangano. Oppure perché non sciogliere la Lega di Umberto Bossi che istiga i padani ad armarsi di fucili contro “Roma ladrona” da cui i suoi dirigenti prendono un lauto stipendio.

Se questo golpe non si arresterà alla Camera scenderemo in tutte le piazze d’Italia. E ci rimarremo.

Se l’emendamento D’Alia divenisse legge il mio blog, quello di Marco Travaglio, di Beppe Grillo, di Byoblu, di Daniele Martinelli, di Piero Ricca e di migliaia di altre voci libere della Rete, sarebbero oscurati. Questo è l’effetto, ed il vero obiettivo, di quell’emendamento carogna, ed il senatore D’Alia non lo nasconde (come potete capire dal video di un internauta che riporto).

Dite la vostra al senatore Gianpiero D’Alia (email)."

Questa l'intervista al senatore D'Alia, che dimostra di non avere la più pallida idea di come funziona la Rete.


Sperando che nel frattempo D'Alia non mi censuri il blog, quasi quasi comincio a fare le valigie.

1 commento:

Anonimo ha detto...

hahaah che ridere!!!MA dimmi tu come siamo messi!!!Alcune limitazione è anche giusto farlo ora pensiamo a un ragazzo che si mette davanti al pc con quale facilità si può guardare un porno,oppure altre cose non proprio educative ma un conto è censurare tutto.Chi gestisce i siti o i blog è anche giusto che siano responsabili di quello che viene pubblicato,ma chiudere i blog o siti non è la soluzione per risolvere i problemi!!Censurare a chi inneggia alla mafia è giusto,ma chiudendo il sito cambio il mio pensiero???forse sarebbe più giusto che per cose del genere mi arrivi una bella multa a me perchè sono un coglione(almeno si fà un po di cassa ).
Durante l'intervista emerge anche un fatto incredibile,si parla del video di youtube dove picchiano il ragazzo portatore di handicap,ma dopo quel caso quanti altri ne sono emersi???mi ricordo male io o una valanga??Censuriamo anche queste cose almeno tutto tace...Si va sempre da un estremo all'altro qui cazzo.Son d'accordo nel limitare alcune libertà ma non la libertà!!!


Una domanda...ma non ci sono leggi Europee che vincolino queste cose???nella mia ignoranza credo di si e una legge statale non può andare contro una legge europea