24 ottobre 2007

V per Vendetta

Finalmente ho visto V per Vendetta. Che dire: semplicemente un capolavoro, tra i migliori film mai realizzati.

Tratto da un fumetto della DC Comics degli anni '80 e adattato al grande schermo dai fratelli Wachowski (registi della trilogia di Matrix), V trascina lo spettatore in un universo dove la società è controllata da un governo distopico simile a quello di "1984" di Orwell, con un Grande Fratello che tutto vede e tutto sente, dove privacy e libertà individuale sono ridotte a zero e dove i media creano nella testa della gente la falsa idea di un mondo popolato da virus e terroristi (usati come pretesto per l'esistenza di un regime repressivo).
In questo vicino futuro (vicino nel tempo e forse anche nella realtà) c'è V, un individuo che, stanco del governo totalitario che domina l'Inghilterra del 21° secolo, decide di riprendersi (e di far riprendere alla gente) quelle libertà che gli sono negate. Un po' Fantasma dell'Opera e un po' Conte di Montecristo, V non mostra mai il suo volto, sempre celato da una maschera raffigurante Guy Fawkes, il cospiratore che il 5 novembre 1605 cercò di fa saltare in aria il Parlamento inglese per assassinare il re Giacomo I d'Inghilterra. Aiutato dalla giovane Evey (Natalie Portman), V riesce a risvegliare la coscienza della gente e a regolare i conti personali con le persone che lo hanno reso quello che è. Nel frattempo però il regime si prepara ad affrontare il rovesciamento del governo che V ha minacciato di attuare proprio il 5 novembre.

Un film da non perdere e che, come le opere che richiama, invita a riflettere su come potrà evolversi (o si sta già evolvendo) la società in cui viviamo.
Vi lascio con una citazione di V, che a sua volta cita Thomas Jefferson: "I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi. Sono i governi che dovrebbero aver paura dei propri popoli".

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